1987, domenica 1 marzo
Signore e signori,
nel ringraziare l’avvocato Michele Benetazzo che di questa Confraternita è l’indiscusso padre fondatore e la città di Sandrigo per la splendida accoglienza, noi, ora, nobili Cavalieri, ci proponiamo di difendere e diffondere con fatti e scritture l’integrità del baccalà alla vicentina, capolavoro gastronomico che non solo onora la tavola di una città, ma tutta la tradizione culinaria italiana.
Molte sono le insidie che minacciano questo piatto; molti sono tranelli che gli vengono tesi. A cominciare dalla materia prima, non sempre all’altezza della fama, per il pesce pescato in periodi sbagliati ed essiccato, molte volte, in modo sommario affrettato, sino alla fretta e al pressappochismo di certe preparazioni.
Il baccalà alla vicentina è frutto di intelligenza e intraprendenza per quanto attiene alle componenti, odia le cotture affrettate e i segni dell’impazienza. E’ legge sacrosanta che debba pipare per ore e ore a fuoco lento, senza scendere a compromessi con nessuna forma di fast food. Anzi, più è riscaldato, nei dovuti modi, più acquista in sapore. Se è buono oggi, domani sarà ancora migliore.
E oggi e domani noi perseguiremo i contraffattori di tale tradizione gastronomica!