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PERCORSO MOTTA DEL DIAVOLO

È un itinerario pedonale e ciclabile attraverso la campagna vicentina, pensato per favorire la scoperta dell’ambiente rurale dei comuni di Sandrigo, Bressanvido, Schiavon e Breganze, con le sue siepi, risorgive, alberate e case coloniche. Il percorso trae il suo nome da una misteriosa località presso ancignano di Sandrigo, dove il toponimo “Motta del Diavolo” si collega ad un rialzo del terreno do origine sconosciuta. Il sentiero è individuato da una segnaletica e attrezzato con alcune panchine, e lungo il percorso sono stati predisposti alcuni pannelli che forniscono informazioni circa l’ambiente naturale o gli aspetti storici delle località circostanti.

SORGENTI DEL FIUME TESINA

Il fiume Tesina, che riceve le acque del Torrente Astico a sud di Lupia, presso la località Strada Alta di Poianella, è un fiume di risorgiva, quindi almeno in passato con una portata relativamente costante, diversamente dall’Astico, il cui regime è più dipendente dall’andamento delle piogge. Purtroppo recentemente anche le sorgenti del Tesina sono state soggette a periodi di interruzione della alimentazione idrica. Si tratta comunque di un ambiente interessante, anche per il notevole intervento di rivalorizzazione ambientale effettuato dalla Provincia di Vicenza con fondi regionali, consistente nella riqualificazione fluviale del tratto iniziale del fiume, nella realizzazione di un percorso pedonale, nella ricostituzione della fascia boscata ripariale e nel riscavo dei capifonte già interrati nel recente passato. Tale intervento è stato successivamente completato con l’imboschimento di quasi cinque ettari di terreno acquistati dal Comune di Sandrigo per ricostituire un antico bosco planiziale. La riqualificazione delle sorgenti del fiume Tesina rappresenta un importantissima premessa per gli interventi di ricarica artificiale delle falde idriche che sono stati recentemente avviati nell’alta pianura vicentina, che permetteranno in futuro la rinascita delle riso.

RISORGIVE BOJERONI

Lupia e la località Bojeroni costituiscono uno straordinario ambito territoriale che miracolosamente conserva il paesaggio della campagna di un tempo, ricca di acque, siepi ed alberate, nonostante la trasformazione di molti prati stabili in colture a mais abbia costituito una alterazione dell’ambiente. La roggia alimentata dalle risorgive significativamente denominate “bojeroni” (boje sono le polle d’acqua delle risorgive, nel dialetto locale) è fiancheggiata da alberi di salice bianco, ontano nero, platano, pioppo nero e presenta una vegetazione acquatica ben differenziata, con crescione d’acqua, gamberaja, lenticchia d’acqua spatolata, menta acquatica e, lungo le rive, carici, salcerella, nontiscordardimé delle paludi. L’ambiente è sito di nidificazione della gallinella d’acqua e del martin pescatore e vi si possono osservare facilmente le arvicole d’acqua; nelle acque dei bojeroni sono recentemente stati trovati gamberi di fiume, ormai estremamente rari nelle nostre acque. A valle delle sorgenti un tempo esistevano dei mulini funzionanti, dei quali oggi rimangono tracce nel nome della “via Molini” e negli edifici che ancora conservano tracce dell’antico utilizzo.
Ulteriore materiale d’approfondimento sulle risorgive potrà essere dal seguente sito, che ringraziamo per aver messo a nostra disposizione i risultati della propria ricerca.