1890: tempo lontano, quasi irreale… La citta’ sonnecchiava: i "titolati" si radunavano al loro circolo che si chiamava appunto "Casino dei nobili" e trascorrevano le lunghe serate nei virtuosismi del biliardo o commentando le gazzette; le signorine accompagnate dalle vigilanti genitrici, compievano la passeggiata crepuscolare per il Corso con meta il caffè "Cavour", per l’aranciata o il gelato da sorbire golosamente.
Uno dei ritrovi più in voga, era quello della trattoria "Polenta e baccala’" aperto dalla signora Giuseppina Terribile in Bianco, detta familiarmente la "siora Vitoria".
La "siora Vitoria" era diventata in breve una vera e propria istituzione cittadina.
Verso il mezzogiorno del lunedì, giornata consacrata in specialissimo modo alle scampagnate degli orefici, la trattoria della "Siora Vitoria" era gremita di clienti che consumavano in allegria il piatto tipicamente vicentino di cui la proprietaria possedeva l’unica infallibile ricetta.. "Buona scelta della materia prima, abbondanza di olio ottimo, pochi intrugli e tanta cucina, vale a dire preparazione e cottura lentissima..". Le ordinazioni e le esclamazioni di compiacimento, si incrociavano da saletta a saletta, da corte a corte.
La "siora Vitoria", negli anni che trascorsero, si mantenne sempre la stessa: la fama del "bacalà alla vicentina", intanto, aveva varcato i confini della provincia ; le automobili dapprima rumorose ma lente, e via via piu’ snelle, piu’ silenziose, piu’ moderne si fermavano davanti alla trattoria : scendevano signore eleganti e signori vestiti all’ultima moda , si fermavano all’ombra del pergolato e gustavano il piatto tradizionale. L’orologio del tempo ha segnato tante ore nel suo quadrante , ma il "baccalà alla vicentina", scoperta personale della "siora Vitoria", continua ad attirare clienti da ogni centro della provincia e da altre regioni. "Bon apetito" sembra dire la buona antica proprietaria dalla fotografia che campeggia su di una parete della sala grande. E gli occhi le splendono. Pensa forse con nostalgia ai fornelli della sua cucina…

(a cura di TETO LUCANGELI)