60 Anni di attività della Trattoria da Palmerino Giovedì 29 novembre 2007, con una magnifica cena, sono stati festeggiati i sessant’anni di attività della tratattoria, nata nel 1947 in centro a Sandrigo con il nome “Tre Garofani” e trasferita nel 1960 nella sede attuale per iniziativa di Palmerino e della moglie Iole. Erano presenti le Autorità comunali, diversi membri della “Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina” , amici e parenti, clienti affezionati ed una rappresentanza della “Dogale Confraternita del baccalà mantecato di Venezia”, tutti riuniti per festeggiare la signora Iole, il figlio Antonio ed il nipote Marco (che rappresenta la quarta generazione) che attualmente conducono con grande passione e professionalità il locale. Alla morte di Palmerino, avvenuta nel 1990, il figlio Antonio, assieme alla moglie Cristina e coadiuvato dalla mamma Iole, ha proseguito nella tradizione di famiglia, assumendo le “redini” del locale, già conosciuto per la sua cucina tradizionale e genuina, portandolo a diventare uno dei ristoranti più conosciuti per la buona cucina e in particolar modo per il gustoso baccalà. Ora in cucina “spignatta” il giovane figlio Marco, che ha già saputo dimostrare grandi doti di cuoco privilegiando la tradizione dei piatti genuini del territorio, ma aggiungendo un pizzico di geniale modernità. La Trattoria da Palmerino è stata insignita, prima fra tutti i ristoranti vicentini, della targa della “Dogale Confraternita della baccalà mantecato di Venezia”. CONCLUSO UN EFFERVESCENTE VENTENNALE PER LA VENERABILE CONFRATERNITA con un ricordo dei Soci Fondatori Virgilio Scapin e Gianni Capnist La Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina si è riunita per il suo annuale cenacolo plenario giovedì 13 us presso il Ristorante da Palmerino a Sandrigo. Ubicazione quasi d’obbligo, dopo i travagli marinari sostenuti fra maggio e luglio dal patron Antonio Chemello, cuoco di bordo sul veliero Mandrake II, in navigazione “Sulla rotta del Querini” fino all’ isola di Røst. Il presidente della Venerabile, l’avv. Michele Benetazzo, dopo avere ricordato due grandi figure appena scomparse, i soci fondatori Virgilio Scapin e il conte Giovanni Capnist, ha sottolineato come il 2007 sia stato un anno difficilmente uguagliabile, per le oltre cinquanta iniziative sostenute dalla Confraternita. Un record che riflette i frutti di un ventennio –appena compiuto- di lavoro assiduo e animato dall’entusiasmo. La goliardia serpeggiante nel gruppo non ha impedito di raggiungere interessanti risultati, come le missioni che hanno portato i confratelli in Canada, due volte in Norvegia e persino nella “lontana” Rovereto. Qui, in terra trentina, abbandonate ormai le speranze autostradali, la stampa ha dichiarato a titoloni che non importa, tanto “unisce più il baccalà che la Valdastico”. Da tempo, infatti, al di là del Pasubio il “Cenacolo Roveretano”, da quest’anno gemellato con la Venerabile, ha messo in atto una serie di iniziative che hanno concentrato l’attenzione dei buongustai sullo stoccafisso, ottenendo una notevole partecipazione. L’associazione, capeggiata da due effervescenti e inseparabili leaders, Loris Sartori e Andrea Vergari, ha invitato a Rovereto, a più riprese, titolati chefs delle più note tradizioni locali dello stoccafisso, a sfidarsi sul pesce stocco: sardi, messinesi, anconetani, veneziani, livornesi, trentini e liguri, si sono presentati alla disfida “Bacco qua, Bacco là,…Baccalà”. Ma da quando sono intervenuti i cuochi vicentini – da quest’anno rappresentati collettivamente come “I Ristoratori del Baccalà alla Vicentina”- la sfida non ha più storia. La palma è andata, a furore di pubblico, per il terzo anno consecutivo alla preparazione vicentina. Non per niente, nel corso di quest’anno, il piatto più caratteristico di quelli che ormai sono diventati “ex magnagati” è stato selezionato da una commissione scientifica costituitasi fra l’Università di Roma e quella di Udine, per un’indagine europea sui piatti più rappresentativi dell’ Unione. Cinque sono stati selezionati in Italia; fra questi il Baccalà alla Vicentina. Sono tutte esperienze che confermano come la ricetta si presti a ottenere -se realizzata secondo le buone norme- piatti che sono autentici outsiders. La relazione del Presidente ha sottolineato come la nascita di tanti “Baccalà Club” che sventolano i colori vicentini in Italia e anche all’estero confermino il gradimento universale di cui gode il nostro vecchio piatto quaresimale, che ora si gusta invece per il pieno godimento di una convivialità raffinata. Un’ attività –ha sottolineato con una certa preoccupazione il Vicepresidente on. Luciano Righi- che richiede un rinforzo nelle squadre di lavoro della Confraternita, per affrontare le fatiche future che il successo impone. Ma l’esito più clamoroso è stato ottenuto proprio a Røst. Paradossalmente, i norvegesi non mangiano stoccafisso. Nel corso dei festeggiamenti per l’arrivo del Mandrake II i vicentini presenti, assieme ad una grossa delegazione della gemellata Dogale Confraternita del Baccalà Mantecato alla Veneziana, hanno potuto constatare invece la piena conversione dei norvegesi al Baccalà alla Vicentina servendone fino a quattro repliche al tavolo delle autorità ! Si sta temendo ora che alle Lofoten maturi la decisione di non vendere più lo stockfisch ai vicentini ma di consumarselo in casa. Otello Fabris